II CONGRESSO

Carissime, carissimi, l’osteoporosi è un’epidemiologia silenziosa che danneggia l’osso fino a modificare profondamente la struttura e la funzionalità dell’apparato scheletrico in età senile. Molti co-fattori influenzano l’entità del danno osseo da osteoporosi: l’ipovitaminosi D, la sarcopenia e la presenza di altre patologie tra cui sembra assumere sempre più importanza la patologia cardiovascolare. In effetti, oltre l’80% dei pazienti che si frattura il femore presenta due o più comorbidità ed una qualche riduzione delle abilità funzionali, e sono proprio i soggetti con pre-esistenti elementi di fragilità ad avere il maggior rischio di sviluppare complicanze mediche durante la fase acuta ed outcome negativi nel lungo termine. La frattura di femore è quindi una patologia non solo d’organo ma dell’intero organismo che richiede, oltre ad adeguate tecniche chirurgiche, un approccio multiprofessionale che sia in grado di affrontare il paziente nella sua globalità. Le esperienze di co-gestione definite come ortogeriatrie, sono risultate in grado, attraverso alcuni studi randomizzati e numerosi studi controllati, di ridurre significativamente le complicanze della fase acuta, la mortalità, i costi e le riammissioni nei primi mesi dopo la dimissione. In Italia è ancora necessario implementare l’attuazione di modelli ortogeriatrici che devono tener conto delle realtà locali ed adattarsi alle specificità di ogni singola area, ma devono altresì rispettare alcuni requisiti che ne garantiscano l’efficacia in base alle attuali evidenze. Uno degli obiettivi clinici dell’ortogeriatria è la prevenzione della rifratturazione che riguarda circa il 25% dei pazienti, gli interventi terapeutici hanno mostrato una significativa riduzione di nuove fratture sia vertebrali che extravertebrali ma, il trattamento dell’osteoporosi e dell’ipovitaminosi D è molto basso in tutti i paesi occidentali; risulta pertanto importante parlare di terapia dell’osteoporosi nell’anziano alla luce di nuove evidenze sulla valutazione della soglia di intervento e sulla scelta terapeutica più adatta in termini di efficacia e tollerabilità. Questo Congresso si pone come un’occasione di confronto internazionale e multidisciplinare su ruoli, protocolli e percorsi per migliorare la gestione del paziente anziano con osteoporosi e in particolare con frattura di femore. Con l’auspicio quindi, che i temi trattati in questo incontro arricchiscano la Vostra Good Clinical Practice vi do il benvenuto alla seconda edizione di questo evento. Paolo Falaschi

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